GIORGIA SCIORATTO
Mi chiamo Giorgia Scioratto, sono nata ad Alessandria, città in cui sono ritornata dopo essere vissuta ad Asti, Torino, Roma.
Sono architetto di formazione, laureata al Politecnico di Torino con specializzazione in scenografia e allestimento, e, anche se non ho mai costruito una casa o calcolato una struttura, mi è rimasto un metodo progettuale anche nella pratica artistica, nonché un interesse e una sensibilità per la terza dimensione e per i materiali. Mi occupo come libero professionista dal 2005 di visual art e di visual design collaborando sia con aziende sia con diverse realtà nel mondo dell’arte oltre a insegnare Teoria e tecniche del disegno e progettazione grafica presso lo IED di Torino nei dipartimenti di Interior Design e di Product Design.
La mia arte si sviluppa per progetti, articolati in diverse fasi e realizzati con differenti media, pittura, installazione, disegno, collage, arte tessile, serigrafia, libro d’artista (perché, dopo il disegno i libri sono la mia grande passione e parte rilevante della mia professione). Sono interessata all'indagine dei legami tra il segno, il disegno e la memoria e alla rappresentazione di quello che io percepisco come un flusso entropico di immagini in cui siamo costantemente immersi e che caratterizza la modalità di visione contemporanea. Le mie opere cercano di catturare momenti di questo flusso e fissarli in una forma che è in realtà una sovrapposizione di frammenti che possono evocare una storia, forse un mito, in cui elusive presenze umane e animali lottano con piante e pietre per emergere alla visione. Una visione che, alla fine, è per lo più dissolta e in questo senso la pandemia da Covid19 è stata un punto di rottura definitivo per la mia arte. La dissoluzione della visione è completa, rimangono solo tracce della figurazione mentre hanno preso il sopravvento le forme pure e gli inserti materici.
Il lavoro sulla Divina Commedia ha coinciso con questa mia crisi e trasformazione, ed è quindi per me particolarmente importante. Il tema portante è quello del velo.
Nell'Inferno "Al vento leggeri", ho lavorato su una tela solubile in acqua che sostiene intrecci e ricami: il groviglio dei fili genera forme organiche che fluttuano sospese nel nulla dopo che la tela è stata sciolta.
Nel Purgatorio "(Non) sono la Pia" il velo è un tessuto lavorato a maglia con estrusioni all'apparenza capaci di ferire, in realtà morbide, che avvolge una struttura modulare.
Il Paradiso è stato un lungo lavoro (ancora in corso) di campionamento ed essiccazione di muffe presenti nell'aria In pratica per ottenere piccoli veli essiccati che saranno fissati su carta a interagire con parti disegnate. "Entra nel petto mio, e spira tue": l’invocazione ad Apollo per me è diventata metafora di un Paradiso diffuso, di una smaterializzazione di elementi nell’aria.
GIORGIA SCIORATTO - IT
Giorgia è nata ad Alessandria, città in cui è tornata dopo aver vissuto ad Asti, Torino, Roma. È un architetto di formazione, laureata al Politecnico di Torino con specializzazione in scenografia e allestimento, e, anche se non ho mai costruito una casa o calcolato una struttura, è rimasta un metodo progettuale anche nella pratica artistica, come oltre che interesse e sensibilità per la terza dimensione e per la sperimentazione sui materiali. Dal 2005 lavora come libera professionista nel campo delle arti visive e del visual design, collaborando con aziende e diverse realtà del mondo dell'arte oltre che insegnando Teoria e tecniche del disegno e graphic design allo IED di Torino nei dipartimenti di Interior. Design e Product Design. La sua arte si sviluppa attraverso progetti, suddivisi in diverse fasi e realizzati con diversi media, pittura, installazione, disegno, collage, arte tessile, serigrafia, libro d'artista (perché, dopo il disegno, i libri sono la mia grande passione e parte rilevante per la mia professione) . A lei interessa la rappresentazione di ciò che percepisce come un flusso entropico di immagini in cui siamo costantemente immersi e che caratterizza la modalità di visione contemporanea. Le sue opere cercano di catturare momenti di questo flusso e fissarli in una forma che è in realtà una sovrapposizione di frammenti che può evocare una storia, forse un mito, in cui presenze umane e animali sfuggenti lottano con piante, pietre ed elementi inorganici per emergere. . alla visione. Una visione che, alla fine, è per essa più dissolta.
Alla fine, lo spettatore deciderà se questi frammenti congelati e precari possono avere un senso nel nostro presente o se sono solo tracce di un passato che è svanito per sempre.
GIORGIA SCIORATTO - IT
Giorgia werd geboren in Alessandria, de stad waar ze naar terugkeerde nadat ze in Asti, Turijn, Rome had gewoond. Ze is architect van opleiding, afgestudeerd aan de Polytechnische Universiteit van Turijn met een specialisatie in scenografie en inrichting, en zelfs als ik nog nooit een huis heb gebouwd of een structuur heb berekend, is ze ook in de artistieke praktijk een ontwerpmethode gebleven, zoals evenals een interesse en gevoeligheid voor de derde dimensie en voor materiële experimenten. Ze werkt sinds 2005 als freelancer in beeldende kunst en visueel ontwerp, werkt samen met beide bedrijven en verschillende realiteiten in de kunstwereld en geeft les in theorie en technieken van tekenen en grafisch ontwerp aan de IED in Turijn op de afdelingen Interieur. Ontwerp en productontwerp. Haar kunst ontwikkelt zich door middel van projecten, opgedeeld in verschillende fasen en gemaakt met verschillende media, schilderen, installatie, tekenen, collage, textielkunst, zeefdruk, kunstenaarsboek (want na het tekenen zijn boeken mijn grote passie en een deel relevant voor mijn beroep) . Ze is geïnteresseerd in de weergave van wat ze waarneemt als een entropische stroom van beelden waarin we voortdurend worden ondergedompeld en die de hedendaagse visiemodus kenmerkt. Haar werken proberen momenten van deze stroom vast te leggen en ze vast te leggen in een vorm die in werkelijkheid een superpositie is van fragmenten die een verhaal kunnen oproepen, misschien een mythe, waarin ongrijpbare menselijke en dierlijke aanwezigheden worstelen met planten, stenen en anorganische elementen om tevoorschijn te komen. . aan de visie. Een visie die uiteindelijk meer is opgelost.
Uiteindelijk zal de kijker beslissen of deze bevroren en onzekere fragmenten zin kunnen hebben in ons heden of dat het slechts sporen zijn van een verleden dat voor altijd is verdwenen.