DAL DIARIO DI LEI...

Jan van Eyck, Ritratto dei Coniugi Arnolfini, 1434
Quest’oggi s’è immaginato che un giorno qualcuno trovò il diario della giovane signora Arnolfini, la dolce metà di una famosa coppia della pittura. Il dipinto, I coniugi Arnolfini appunto, venne dipinto da un grande maestro dello stile fiammingo, Van Eyck. Un quadro colmo di misteri, circondato da una simbologia discordante…firmato dall’artista con una frase invece del semplice nome…la frase dice “ Johannes de Eyck è stato qui…”
“Questi cieli sono bianchi come il latte, non si riesce proprio a guardarli, nemmeno filtrati da questi vetri preziosi. Qui la primavera neppure immagina il tepore docile che ora si espande laggiù, nella mia bella terra. Sotto a questo pavimento sento un gran operare, neppure per un istante mi lascerò coinvolgere. Io, qui, più sola di un cerbiatto senza madre, non posso far altro che attendere e chinare l’angolo delle mie palpebre. Mai risposi di si alla domanda “ Vuoi tu morire muta?”. Scelsi per un’altra via e così ogni mia facoltà fu perduta per sempre. L’unica pratica a me concessa è ora il silenzio. Non potrò mai scagliare la mia voce contro il viso di lui…lui che ora è salvezza, che il Signore mi risparmi e mi lasci morire, lui che è risposta ad una preghiera non mia, lui che dormirà al mio fianco per levare ogni dubbio sulla mia condotta. Lui, ultima perla di una collana che m’ impaura, che mi guarda con quegli occhi senza ciglia e senza amore.
Ho già perduto il mio nome…ora mi chiamo “ la sua”. Sapevo che mio padre avrebbe preferito l’oro alla mia gioia, ma per lei non ci sarà mai perdono. Una madre senza calore nel petto. Mi ha spedita come un baule vuoto, ha lasciato la mia mano in quella pallida di Giovanni come un lembo di stoffa. Lui, nel suo palmo, non mostra alcuna carezza, neppure le rose, che ben sanno come difendersi e son senza parole, si lasciano cogliere. Di lui nulla m’innamora…non la sua voce, che quasi non si ode, non quel che la voce afferma, mai confermato dallo sguardo. “Prega e ringrazia”, così mi dicono di fare. Io annuisco ma esiste una verità nella mia stanza, quando son sola. La chiarezza di ciò che sono, l’unica possibilità di smettere di mentire e di coprirmi…no, non prego più, blatero solamente a bassa voce. Nessuno ascolta i miei pianti.
Eppure quella volta, quel calore soave…e per riceverlo non ho dovuto chiedere nulla, nessuna supplica, solo l’abbraccio di un cuore in gola. Quella volta…un istante di totale splendore, durò così poco.
E ora son qui, naufraga di amore e batticuore, incastrata in una posa che detesto, dipinta proprio da lui…lo sa cielo quanto vorrei sollevare gli occhi e guardarlo in volto. Non posso. Guardo di sbieco e non vedo nulla se non il verde sgargiante di questa veste, inadatta alla primavera. Sotto al suo peso grondo di caldo e sudore ma il mio viso resta di madreperla. Fuori il ciliegio fiorisce e attende di mutare i petali in dolcezza…accadrà anche a me fra non molto. Quel giorno potrò rimirare il frutto che proteggo sotto al vestito verde. Non è cosa che una donna può scordare…un pittore ama diversamente, un pittore sa sfiorare con gli occhi. Quest’oggi si è celebrata l’ultima posa…il mio cuore è un lago. E’ giunto non solo, perché un documento non è valido senza testimone. Resta impettito e vestito d’azzurro, mentre finge di avermi circondata di rosso solo per caso. Io invece so bene quel che gli muove le mani…
Amore perdona il mio destino, che una donna come me non può scegliere. Sopporta così come faccio anch’io di restar fermo a me di fronte, di ritrarre la promessa che avrei voluto donare a te. Amore non sgridarmi con la mano di lui, fosse mia la scelta il mio palmo sarebbe tuo. Fai che si capisca che questo volto che ho di fianco non è del mio amato…che il frutto che proteggo è sbocciato al di la di questa finestra…
Tu che sai che mai avrei voluto vedere le mie pantofole accanto a quelle di lui, dipingi le mie lontano dalle sue.
Con il calar del sole smetterò la mia posa, per l’ultima volta. Non mi sarà concesso di vedere la tua opera conclusa…e ora che neppure addio potrò mai dirti spero di poter vedere un segno del tuo soggiorno nel mio cuore, un segno che solo io possa comprendere…qualcosa che renda tangibile per sempre che qui hai dimorato, seppur per poco, sul fondo del mio cuore, qualcosa sgorgato dal tuo pennello…che dica “ io fui qui”, dove per sempre resterò sola e tua.
Alice Claudia Lenaz